FAME E PATATE IN IRLANDA


La patata è una pianta originaria dell´America, che è sconosciuta in Europa fino al ´500, cioè fino a quando Cristoforo Colombo non scopre il Nuovo Mondo nel 1492. Questo vegetale, insieme con il mais - anche questo di origine americana -, arricchisce notevolmente le risorse alimentari degli europei e quindi contribuisce al loro incremento demografico. Quante famiglie povere sono riuscite a sopravvivere grazie alle patate! Essendo stati gli spagnoli i primi colonizzatori del Nuovo Mondo, la patata si diffonde prima in Spagna, poi verso la fine del ´500 è introdotta nell´Europa settentrionale, in Inghilterra e in particolare in Irlanda.

LA PATATA
La patata, solanum tuberosum secondo il nome scientifico in latino, è una solanacea originaria della Cordigliera dell´America Meridionale. Proviene dal Perù e dal Cile, là dove, prima della conquista spagnola, ha dominato l´impero degli Incas e dove ha costituito il cibo di base nelle elevate pianure della Cordigliera. La patata possiede un fusto erbaceo alto circa cm.50; fiori bianchi, rosei o violetti; frutti simili a piccole bacche. La parte che interessa sul piano alimentare è costituita dal tubero: la pianta emette ramificazioni sotterranee, le cui estremità si ingrossano per accumulo di riserve nutritive, in particolare di amido, diventando tuberi. Questi tuberi, visti in passato con una certa diffidenza perché crescono sotto terra, si sono rivelati acclimatabili alle latitudini più diverse: alcune specie crescono in climi caldi, altre in climi temperati freddi, altre in paesi posti molto a Nord, come in Norvegia. Gli agricoltori sono riusciti a creare una grande varietà di patate, che si distinguono per le caratteristiche della polpa - bianca o gialla - o per i periodi di raccolta - precoci o tardive -. Da qui l´ampia gamma di piatti cucinati con le patate. Rendiamo per esempio omaggio agli gnocchi!
Questo bel prodotto alimentare ha anche i suoi nemici: nel passato hanno tolto il cibo a molte famiglie povere funghi parassiti, come la peronospora, o animaletti, come la dorifora, che hanno causato la rovina di interi campi di patate. Tuttavia questo prezioso tubero come presso gli Incas ha rappresentato un alimento di base, così ha svolto un ruolo essenziale per combattere la fame presso i popoli europei.
Confrontando le rese di un campo di patate con quelle di un uguale campo grano - cereale che è sempre stato il principale alimento europeo -, la patate offrono un´abbondanza alimentare molto superiore al grano. Facendo riferimento all´agricoltura anteriore alla rivoluzione industriale del ´700, risulta che un campo di un ettaro, ossia di un terreno grande come un quadrato dal lato di m. 100, offre 4 quintali all´anno di cibo, se coltivato a grano, mentre ne offre 35 quintali, se si coltivano patate. Il rapporto è indiscutibilmente a favore della patata, che per questo ha rappresentato in passato la sopravvivenza per quanti hanno avuto a disposizione un misero fazzoletto di terra, per sfamare un´intera famiglia.

L´IRLANDA
La storia dell´Irlanda s´intreccia strettamente con quella della patata ed è un buon esempio della generosità di questa pianta, tanto più utile del grano in situazioni difficili.
In Irlanda la patata è già presente nei primissimi anni del ´600; in seguito si diffonde rapidamente, poiché il ´600 ed il secolo successivo rappresentano un periodo molto difficile per gli irlandesi: segnano l´inizio di una sanguinosa lotta che divide profondamente irlandesi ed inglesi e che durerà per secoli.
Le Isole Britanniche, anche se nel loro insieme non sono un territorio particolarmente vasto, hanno avuto una storia complessa, costellata da numerose lotte fra popoli molto vicini geograficamente, ma molto portati ad accentuare le diversità che li hanno contraddistinti. Gli inglesi, che sono il gruppo più importante storicamente, fin dal passato incontrano non poche difficoltà per imporsi sui gruppi vicini, come i gallesi, gli scozzesi e gli irlandesi, tenacemente orgogliosi delle loro peculiarità.
I rapporti fra le due più grandi Isole Britanniche, Irlanda e Gran Bretagna, sono sempre stati difficilissimi.
Fin dal Medio Evo, nel XII secolo, gl´inglesi, stanziati nel Sud-Est della Gran Bretagna, cercano di occupare la vicina Irlanda, ma incontrano l´ostilità dei bellicosi gruppi tribali irlandesi, perciò si limitano a controllare solo una limitata parte dell´isola, corrispondente a Dublino e dintorni.
Un altro momento di conflitti cade nel ´500, quando sale al trono inglese la dinastia dei Tudor, da cui provengono grandi re, come Enrico VIII, famoso per le sue sei mogli, e la figlia Elisabetta I. Questi due sovrani fondano ed impongono ai sudditi una nuova chiesa, che si stacca dal cristianesimo cattolico e quindi dall´obbedienza al Papa di Roma: l´anglicanesimo, che assieme ad altre confessioni fa parte del cristianesimo protestante. Quando anche all´Irlanda viene imposta la nuova fede anglicana, riemergono le diversità e le ostilità fra i due popoli. Fra l´altro gli inglesi, che vogliono far adottare la loro Bibbia scritta in inglese, provocano la reazione degli irlandesi, che sono celti di stirpe, parlano il gaelico e non capiscono l´inglese. Questi rimangono cattolici, anzi il cattolicesimo diventa un altro fattore che li separa ancora di più dal regno d´Inghilterra, che, come risposta alle resistenze incontrate, mette in atto il piano di colonizzare l´Irlanda. Gli irlandesi vengono espropriati delle loro terre, che sono assegnate a nuovi proprietari che sono scozzesi e inglesi. La colonizzazione è difficile per via delle ribellioni e degli odi che scatena. Si ottiene qualche risultato all´inizio del ´600, sotto i nuovi sovrani inglesi, gli Stuart di origine scozzese, quando nell´Ulster, cioè nell´Irlanda del Nord, riescono a stanziarsi stabilmente dei coloni protestanti, che in maggioranza vengono dalla Scozia.
L´Irlanda diventa stabilmente un terreno di contrasti, che esplodono con regolarità, e questo accade di nuovo attorno alla metà del ´600, quando in Inghilterra avviene un grave rivolgimento politico. E´ la rivoluzione inglese del 1641-1645, che contrappone il re, Carlo I Stuart, a quella importante istituzione politica inglese, che è il parlamento. Fra corona e parlamento scoppia una guerra civile che termina con la sconfitta del re e la vittoria del parlamento: Carlo I viene giustiziato.
Ha inizio una particolare fase della storia inglese, un periodo di qualche decennio, che termina nel 1661 con il ritorno dei re Stuart, ma che è importante per il tipo di potere che s´instaura: la dittatura di un energico possidente terriero, Oliver Cromwell. E´ un esponente della gentry, il gruppo sociale che ben esprime le rivendicazioni del parlamento inglese.
Cromwell si comporta con estrema ed implacabile determinazione contro tutti gli oppositori alla sua politica, all´interno della quale rientra, fra i tanti programmi, l´impegno di riportare all´ordine gli irlandesi. Cromwell è un protestante: non un anglicano come i re inglesi, ma un protestante puritano dalle convinzioni religiose molto più severe e rigorose.
Contro gli irlandesi cattolici organizza una campagna militare condotta con estrema crudeltà. Basti ricordare l´assedio e la capitolazione di Drogheda, dove viene compiuto un vero massacro di cattolici. Alla fine i terreni agricoli dell´Irlanda vanno incontro ad un nuovo e violento cambiamento di proprietà: sono tolti ai ribelli e sono distribuiti ai soldati dell´esercito del Cromwell e a coloni inglesi o scozzesi. Ai cattolici privati della terra viene concessa una sola possibilità: trasferirsi nelle aree più povere dell´isola, dove le terre sono meno fertili, perché paludose o montuose, come quelle del Connaught.
In condizioni così disperate ecco arrivare in soccorso la patata! Il popolo irlandese è costretto a vivere con i proventi di piccoli appezzamenti, da cui è impensabile ottenere il cibo per tutto l´anno, se non si ripiega sulla coltura della patata. La sopravvivenza è garantita, anche se la povertà è molto diffusa: la popolazione irlandese riesce ad aumentare fra la fine del ´700 e l´inizio del secolo successivo. Tuttavia i pericoli sono sempre in agguato soprattutto per un popolo, che viene sempre considerato dal governo inglese una colonia da sfruttare e che non dispone di una sufficiente varietà di prodotti alimentari.
Fondare la sopravvivenza su una sola coltura è un grave rischio, poiché, se va a male la coltivazione dominante, la popolazione non ha risorse alimentari alternative: è in agguato la carestia. L´Irlanda passa attraverso la dura prova di molte carestie, ma ce n´è una in particolare che è rimasta tristemente famosa. Si presenta nel XIX secolo, negli anni 1845-1848, periodo in cui in Europa i campi di patate sono distrutti dalla peronospora. Questo fungo parassita, che proviene dagli Stati Uniti, intacca le foglie della pianta e poi ne distrugge i tuberi. Le patate sembrano sane, ma poi marciscono rapidamente. Nel verde paese d´Irlanda vi sono condizioni adatte al parassita, poiché vi è sì un clima umido, ma privo di forti piogge che dilavino il terreno. Le foglie delle piante non vengono ripulite a sufficienza e la peronospora vi si annida tenacemente. Purtroppo la situazione di raccolti perduti si protrae per più anni. Prima i contadini devono consumare quei prodotti, come il grano, che in genere producono per il mercato, ossia per ricavare il denaro con cui pagare l´affitto dei terreni che coltivano. In seguito aumentano i disoccupati che non possono pagare gli affitti dei campi: la miseria si diffonde rapidamente. Dalla carestia si passa alle epidemie, rese ancora più gravi da un inverno eccezionalmente freddo come quello del 1846. La popolazione irlandese viene decimata: si muore sia per fame, sia per malattie come la dissenteria, lo scorbuto, il tifo e non manca neppure il colera.
Nonostante la tragica situazione, nessuno cerca d´intervenire efficacemente. Non intervengono i proprietari inglesi o scozzesi, che in passato si sono accaparrati i terreni migliori e fra i quali molti non risiedono neppure in Irlanda: non si manifesta nessuna forma di solidarietà verso le sofferenze dei più poveri. Non interviene attivamente neanche il governo inglese: invece di attuare piani che a spese dello stato facciano arrivare cibo in Irlanda, resta ancorato alle teorie allora dominanti del più rigido liberismo, secondo cui è negativo ogni intervento pubblico nell´ambito dell´economia. Secondo le teorie liberiste, il gioco economico della produzione e del consumo dei prodotti alimentari, e anche non alimentari, si dovrebbe aggiustare naturalmente, senza nessun intervento dello stato, dando tempo al tempo.
Purtroppo, con il passar degli anni, nulla si aggiusta e con gli anni ´50 inizia dall´Irlanda un grande flusso migratorio verso la vicina Inghilterra, verso il Canada e soprattutto verso l´America del Nord. Qui gli immigrati irlandesi trovano un certo appoggio nella popolazione locale e soprattutto trovano un paese pronto ad uno sviluppo economico travolgente: le ricche risorse americane attendono nuove braccia da lavoro per essere sfruttate.


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