VIENNA DEL 1683: MINE E… CORNETTI E CAFFÈ

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Nel 1683 Vienna, sotto lŽimperatore Leopoldo I, subì un duro assedio da parte dei turchi ottomani. Vinse mettendo in fuga gli assedianti grazie al provvidenziale intervento del re di Polonia, Jan Sobieski.
La tradizione narra che in quella terribile circostanza furono per la prima volta preparati quei profumati cornetti che oggi deliziano le nostre colazioni mattutine. Sembra che i fornai viennesi, lavorando di notte, riuscirono a sventare il pericolo costituito da una mina turca. Per questo, finito lŽassedio, i panettieri ebbero lŽonore di sfornare dei panini dolci a forma di falce di luna. Furono i primi croissants, cioè i crescenti, che ricordavano la mezzaluna, ossia il simbolo della potenza turca e della religione islamica.
Inoltre, sempre in quella occasione, fu sottratta ai vinti in fuga una gran quantità di caffè, bevanda a quei tempi diffusa fra i turchi, ma ancora poco nota in Europa. In seguito a questo fatto anche a Vienna e nei paesi di lingua tedesca, come stava avvenendo in altri paesi europei, si diffuse il consumo dellŽaromatica bevanda.

PERCHÉ TUTTO QUESTO SUCCESSE A VIENNA?
PERCHÉ AUSTRIACI E POLACCHI CONTRO TURCHI?

LŽassedio di Vienna è una tappa importante di un lungo contrasto che per più di 4 secoli ha interessato lŽarea dei Balcani e ha opposto gli Asburgo - signori di quel complesso di territori comprendente lŽAustria, la Boemia e parte dellŽUngheria - ai turchi ottomani.
I turchi ottomani sono un popolo asiatico, di religione islamica, il quale nel 1453 conquista, dopo un famoso assedio, Costantinopoli. Questo segna la fine definitiva di ciò che è rimasto di Roma antica, ossia di quellŽImpero Romano dŽOriente, divenuto nel Medio Evo lŽImpero Bizantino o lŽImpero di Costantinopoli.
Gli ottomani, abili militari, creano un loro grande impero, che si espande dallŽAsia Minore fino allŽantica Mesopotamia ad Est e ad Ovest fino allŽAfrica mediterranea, comprendendo Siria, Palestina, le città sante dellŽArabia e lŽEgitto. A Nord si estende nei Balcani, giungendo fino allŽUngheria, dove viene a contatto con la cattolica Austria degli Asburgo.
A causa delle forti ambizioni espansionistiche degli ottomani, che sono determinati a penetrare nellŽEuropa cristiana attraverso il grande fiume dei Balcani, il Danubio, i cattolicissimi Asburgo si presentano sulla scena europea come i difensori del cristianesimo contro la minaccia turco-islamica.
Nel Cinquecento, già sotto il grande Carlo V dŽAsburgo, signore di un enorme impero - la massima potenza politica e militare del tempo -, gli ottomani riportano sul fronte dei Balcani la vittoria di Mohacs del 1526.
Il 29 agosto 1526 lŽesercito, male organizzato, del re di Boemia e dŽUngheria Luigi II Jagellone è vinto dalle forze del grande Solimano, il sultano dellŽimpero turco: Luigi II muore in battaglia, annegando in unŽarea paludosa. Questa è la premessa del futuro ed eroico destino degli Asburgo, i quali, essendo imparentati con gli Jagelloni, non solo dominano sulle terre dŽAustria, che sono il loro patrimonio di famiglia, ma ereditano anche i regni della Boemia e dellŽUngheria. Con questŽultima entrano nellŽarea di contatto con la minaccia turca e devono affrontare una lunga serie di guerre turco-cristiane.
LŽultima grande minaccia turca si presenta nel 1683: gli ottomani tentano di sferrare dopo tante lotte il decisivo colpo di grazia agli Asburgo, cingendo dŽassedio la loro capitale, Vienna. Operano con un gran dispiegamento di forze, guidate da Kara Mustafà, gran visir del sultano di Costantinopoli Maometto IV. Gli Asburgo dŽAustria rappresentati in quel momento da Leopoldo I - un imperatore forse un poŽ bruttino, ma non privo di qualità - cercano di resistere strenuamente, contando sulle fortificazioni di Vienna. Tuttavia la situazione è disperata e Leopoldo abbandona Vienna, convoca una dieta imperiale - assemblea di principi della Germania e dellŽEuropa centrale - a Ratisbona e riesce a creare un esercito di coalizione, formato da austriaci, boemi, bavaresi, svevi, sassoni: tutti al comando del duca Carlo di Lorena. Non mancano soldati provenienti anche da altri paesi cristiani, come i veneziani, che combattono i turchi soprattutto nel Mediterraneo orientale. Inoltre sono presenti truppe del Papa Innocenzo XI, oltre a contingenti di genovesi, spagnoli, portoghesi, piemontesi, toscani. Quando la resistenza di Vienna sembra giunta ormai allo stremo, avviene il miracolo: le forze cristiane ricevono il decisivo rinforzo della cavalleria del re di Polonia Jan Sobieski. I turchi sono messi in fuga e lasciano le loro immense ricchezze sul campo, a disposizione dei vincitori.

Dopo questa sconfitta i turchi non rappresentarono più il grande pericolo per lŽEuropa, andarono incontro ad un declino, anzi nellŽOttocento vennero definiti "il grande malato", i cui territori furono ambiti dai potenti del momento - Russia, Inghilterra, Francia, Austria-Ungheria -. Persero definitivamente il loro impero con la prima guerra mondiale del 1914-1918 .

IL RUOLO DEI FORNAI NELLO SVENTARE LA MINACCIA DI UNA MINA.

LŽimportante ruolo dei fornai è connesso alla tipologia di fatti militari: lŽassedio e la guerra di mina e contromina.
Nel mese di luglio Vienna viene circondata da un enorme numero di tende - 25.000 - ben fornite di artiglierie, armi, munizioni, viveri in quantità. Il gran visir Kara Mustafà dispone di una tenda enorme e lussuosa, fatta di seta e tempestata di gemme. LŽaccampamento dispone di ogni genere di beni, sia necessari sia del tutto voluttuari: vi sono gioielli, tappeti, suppellettili di grande valore e non mancano ovviamente sacchi di caffè.
Vienna, di fronte a tale minaccia, provvede a rinforzare le proprie fortificazioni, le quali non sono fra le migliori del tempo ed inoltre sono esposte a ben due pericoli: da una parte i cannoni delle artiglierie nemiche che martellano le mura, per aprire delle brecce; dallŽaltra parte le mine, preparate con barili di polvere esplosiva, che vengono murati in cunicoli scavati sotto le mura stesse e fatti brillare con un congegno dŽinnesco. I genieri e gli artificieri turchi sono famosi per lŽabilità con cui sanno minare le fortificazioni, causando crolli paurosi. Le mine, se vanno a segno, sono anche peggio dei cannoni.
I viennesi contrastano la mine nemiche con il sistema della contromina: con metodi di appostamento, cercano di individuare il punto in cui il nemico scava le sue gallerie e poi allestiscono, a loro volta, una mina nei passaggi segreti, di cui generalmente dispone ogni sistema fortificato - la contromina -. Si tenta così di travolgere il nemico in crolli sotterranei, prima che il nemico stesso causi crolli in superficie. Sotto le mura si forma una intricata rete di gallerie e cunicoli, dove a volte le squadre avversarie si incontrano, o meglio si scontrano, in durissimi corpo a corpo.
EŽ la guerra di mina e contromina: tecnica che durerà fino alla I guerra mondiale.
Le mine del Seicento sono diverse da ciò che intendiamo oggi. Il termine mina, nel passato, si ricollega direttamente al lavoro delle miniere e dei minatori, che sono gli esperti nellŽuso degli esplosivi. Se andiamo ancora più indietro, alla fine del Medio Evo, prima della introduzione della polvere da sparo, le mine sono semplici cubicoli scavati sotto le costruzioni nemiche: nella fase dellŽallestimento sono sostenuti da puntelli di legno, che vengono poi bruciati per causare il crollo e… i danni agli avversari. Dopo il Ž400, con lŽuso della polvere da sparo, la mina si configura così come si presenta nellŽassedio di Vienna: pericolosa sia per il crollo, sia per lŽesplosione.

Si dice che certi panettieri viennesi, impegnati a lavorare di notte, abbiano avvertito preoccupanti rumori sotterranei e siano riusciti a dare tempestivamente lŽallarme di una mina turca. Da qui, liberata Vienna, si è diffusa la tradizione di sfornare ogni mattina dei meravigliosi panini dolci a forma di mezzaluna, detti i "crescenti". Anche se in pasticceria sono noti con il nome francese, croissant, la loro origine è austriaca.
Forse sono stati introdotti in Francia successivamente, nel Ž700, dalla famosa Maria Antonietta: una Asburgo, austriaca di nascita, che divenne regina di Francia e che fu ghigliottinata durante la rivoluzione francese.

Non mancano altri interessanti risvolti della vittoria cristiana.
Infatti lŽassedio durò dal luglio al settembre del 1683 e Jan Sobieski trionfò con la sua straordinaria cavalleria il 12 settembre. Tale giorno, per volontà di papa Innocenzo XI che tanto si adoperò presso i principi cristiani per la salvezza di Vienna, divenne la festa del Sacro Nome di Maria.
LŽiconografia cristiana spesso rappresenta Maria, in posizione eretta o seduta, su di una mezzaluna. Nei paesi asburgici questa icona si dovrebbe ricollegare alla vittoria sui turchi: Maria è il cristianesimo che ha sconfitto la mezzaluna, simbolo dellŽislam.
Questa è unŽinterpretazione un poŽ voluta e finalizzata ad esaltare la potenza dellŽAustria. Infatti lŽicona rimanda soprattutto allŽApocalisse di S.Giovanni, in cui si legge: "Poi apparve un gran segno nel cielo: una donna rivestita di sole con la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle" .


COME GUSTARE I CROISSANTS? ACCOMPAGNANDOLI CON UN BUON CAFFÈ.

Il caffè è una bevanda legata al mondo arabo: si ottiene da un arbusto sempreverde, originario dellŽAbissinia e del Sudan. Secondo altre fonti sarebbe originario della Arabia stessa. Certo è che il suo consumo già nel Cinquecento è diffuso nellŽimpero ottomano; mentre in Europa giunge più tardi. Le prime coffee houses risalgono alla seconda metà del Ž600 e sorgono in Inghilterra ed in Francia.
Anche in area tedesca si formano le prime caffetterie: sono legate allŽassedio di Vienna del 1683, quando i vincitori fecero razzia dei numerosi sacchi di caffè, abbandonati dai turchi in fuga.
La tradizione narra di un messaggero dellŽesercito asburgico, Franz Georg Kolschitzkj, che riuscì a carpire ai turchi le tecniche per preparare la nera bevanda. Dopo lŽassedio il Kolschitzkj avviò con successo una bottega del caffè, iniziando una raffinata consuetudine viennese. Le caffetterie sono ancor oggi una parte integrante del fascino di Vienna, bella città con una grande cultura. Non sono luoghi adatti ad un consumo frettoloso, ma punti dŽincontro, centri di ritrovo, dove si leggono giornali e si conversa davanti ad una calda e profumata tazzina.


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