VERSAILLES: UNA REGGIA FASTOSA, MOLTO FASTOSA (1° parte)
![]() Versailles, località vicina a Parigi, rappresenta il punto più alto di un lungo processo storico, che dal Medio Evo in poi ha impegnato le varie dinastie dei re di Francia - Capetingi, Valois, Borbone - nella creazione di una forte monarchia, l´assolutismo. La monarchia assoluta raggiunge il suo vertice sotto il regno di Luigi XIV: un periodo prestigioso, che cade a cavallo di due secoli, fra il ´600 ed il ´700, e dura ben 54 anni. Luigi XIV si definisce il "Re Sole", poiché il sole diventa il simbolo del potere assoluto. Un monarca assoluto ha bisogno di una sede adeguata, perciò Luigi XIV si fa costruire una fastosa reggia, che diventa un modello per tutta l´Europa, e sorge a Versailles con la trasformazione di un preesistente padiglione di caccia. I lavori iniziano nel 1661, la corte lascia Parigi e si stabilisce nella nuova reggia nel 1682, ma l´impresa monumentale continua ancora negli anni successivi. Tutto avviene sotto l´attento controllo del re, che ha le idee molto chiare sugli obiettivi da conseguire: la reggia deve rappresentare lo splendore solare del sovrano, che è l´unica ed esclusiva autorità politica della Francia, da cui dipendono tutti i ceti del popolo, compresa l´alta nobiltà. Con i suoi giardini, con i suoi palazzi, con i suoi cortili, con le sue sale la reggia deve essere un grande scenario, su cui si rappresenta la vita del re circondato dal vasto seguito dei suoi cortigiani. Magnificenza e spettacolarità richiedono un lunghissimo lavoro, che mette all´opera una schiera di architetti, progettisti di fontane, scultori, pittori, oltre ad un enorme numero di artigiani e di operai. Jean-Baptiste Colbert, ministro delle finanze di Luigi XIV, deve pagare tutti e spende enormi capitali. Queste spese contribuiscono ad un fasto a volte eccessivo, di cui rimangono tuttora le testimonianze concrete e materiali nell´arredamento, nelle sale, nei giardini, nelle fontane di Versailles. Le sale: la galleria degli specchi Tutta una serie di sale è destinata ai vari momenti della vita di corte: vi sono sale di rappresentanza e di ricevimento. Vi sono quelle per i giochi, per le feste, per la musica, per il teatro: tutte le forme del piacere di vivere hanno amplissimo spazio. Famosa è la galleria degli specchi, costruita con l´intenzione di abbagliare l´occhio del visitatore: i grandi specchi, che ornano un´intera parete in tutta la sua lunghezza, devono dare luminosità e creare spettacolari effetti ottici. Questa sala, come tutte le altre, è il risultato dell´alto livello dell´artigianato francese, che proprio sotto Luigi XIV ed il Colbert va incontro ad un grande sviluppo. Gli artigiani di Francia lavorano a pieno ritmo per soddisfare la continua richiesta di prodotti di lusso che viene da Versailles. Inoltre sono sostenuti anche dalla particolare politica economica - nota col termine di "mercantilismo" o "colbertismo"- voluta dal Colbert, che promuove delle industrie di stato: le manifatture reali. Queste devono produrre beni di alta qualità per lo più destinati all´esportazione, perché secondo il colbertismo, la ricchezza della Francia si accresce soprattutto facendo affluire nel paese una gran quantità di moneta straniera: è necessario quindi contenere le importazioni di prodotti esteri e puntare sulle esportazioni di prodotti francesi. Il colbertismo non ha successo in tutti i campi dell´economia, tuttavia consegue buoni risultati con le manifatture reali: a Parigi con la Maison des Gobelins, specializzata in tessuti ed arredi, a Beauvais con le manifatture di arazzi, a Saint Gobain con la famosa la fabbrica di vetri. I manufatti francesi sono apprezzati per la loro raffinata eleganza in tutta Europa. Gli specchi nella storia compaiono come elementi di arredo a partire dal ´500 e i primi sono di piccole dimensioni, pregevoli soprattutto per le cornici che li ornano. Solo nel secolo successivo compaiono i grandi specchi dell´età barocca, come quelli della reggia di Versailles, che viene costruita proprio in una significativa fase dell´architettura e dell´arte barocca. Gli specchi più famosi all´inizio sono quelli veneziani, prodotti di lusso per gli alti costi di produzione e per la complessità tecnica. Nella seconda metà del ´600 anche l´Inghilterra produce vetri: sono meno cari, ma piacciono di meno. Quando è la Francia del Colbert ad impegnarsi nell´industria vetraria, Venezia perde il suo primato. Sul mercato lo specchio di pregio è sempre un bene molto costoso: per produrne uno di 4 metri quadri occorrono ben 20 mila ore di lavoro. Solo le regge ed i palazzi nobiliari possono disporre di una galleria degli specchi e quella di Versailles è per l´aristocrazia europea un modello da imitare. Gli alloggi privati: il letto Nel ´600 il letto è un mobile importante che domina la camera, è sormontato da un imponente baldacchino ed è coperto da pesanti tendaggi. Quello del re sole è un ricco mobile, un letto da parata, non solo destinato al riposo, ma anche ad altre funzioni previste dalla complicata etichetta di corte. La camera da letto è il luogo dove si celebrano delle cerimonie vere e proprie, legate ai momenti in cui il re si corica o si sveglia o si veste. La mania per l´etichetta, che deriva dai costumi della grande Spagna del ´500 e che Luigi XIV ha ereditato dalla madre spagnola, regola tutte le azioni della corte. La vita privata del sovrano ha ben poco di privato, in quanto è soprattutto uno dei tanti modi, con cui il monarca esercita il suo controllo sul ceto più forte del paese, gli aristocratici. I permessi di avvicinarsi, o molto o poco, alla persona del re durante il risveglio o durante la vestizione sono onori molto ambiti e Luigi XIV li concede per conferire più o meno prestigio, creando una precisa gerarchia fra i nobili di corte. Tutto dipende dal re, che può secondo la sua volontà dare o togliere privilegi e cambiare quelle posizioni di prestigio, alle quali tutti anelano. Una sorta di gabbia dorata Siamo così arrivati al motivo politico della creazione della grande reggia. Luigi XIV, sebbene possegga più palazzi reali - basti pensare al Louvre di Parigi -, sceglie come residenza una sede decentrata quale Versailles, perché lontana da eventuali tumulti parigini, come quelli avvenuti in passato e di cui è stato testimone. Inoltre costruisce un fantastico mondo dorato, in cui attrarre quel ceto che fin dal Medio Evo è sempre stato un grave pericolo per l´autorità regia. Si tratta dei nobili detti di antica ricchezza, proprietari di quei feudi in cui la Francia è rimasta divisa per secoli. Sono principi, marchesi, duchi, conti che all´interno delle loro terre intendono godere di piena autonomia e svolgere funzioni politiche, come arruolare truppe, imporre tasse, amministrare la giustizia, senza dover rendere conto al re. Questo ceto, ribelle e turbolento fino a metà del ´600, che ha sempre ostacolato l´affermazione del potere del monarca assoluto, cambia costume sotto Luigi XIV: si allontana dai suoi feudi, trascurando i suoi antichi poteri, per partecipare alla vita gaudente e fastosa di Versailles. Il re ha costantemente sotto il suo occhio vigile gli aristocratici e li trasforma da uomini d´armi - la famosa nobiltà di spada - in uomini di corte. Anzi, per aumentare i vincoli di dipendenza fra re e cortigiani, Luigi dispensa ai più fedeli cariche e stipendi, grazie ai quali è possibile mantenere un tenore di vita adeguato al fasto della corte. Versailles diventa un vero centro abitato dove, secondo un preciso progetto urbanistico, si sviluppano le abitazioni residenziali di quanti ruotano attorno alla reggia: la corte conta più di 10 mila persone. Questa piccola città vede all´opera artisti di vario tipo: l´architetto Le Vau, il maestro dei giardini Le Nôtre, il pittore e decoratore Le Brun ed in seguito l´architetto Mansart. Lavorano sia per la reggia sia per gli altri palazzi. Nuovi elementi architettonici compaiono nel rispetto dell´armonia d´insieme. Siccome gli edifici hanno una precisa altezza, perché non devono essere più elevati della reggia, Mansart per aumentare la capacità abitativa sfrutta tutti gli spazi possibili, anche i sottotetti, creando quei suggestivi locali con finestre inserite nella falda del tetto, che proprio da lui prendono il nome di mansarde. I giardini Come gli interni della reggia, anche i giardini sono una manifestazione dello splendore solare e devono far da scenario al trionfo del monarca assoluto. Sono stati la disperazione del Colbert, che deve tener i conti di tutti i lavori realizzati con dispendio di danaro ed anche di uomini. Decine di migliaia di operai lavorano in condizioni estreme, costruendo opere ritenute folli per la tecnologia dell´epoca. Molti vengono decimati dalla fatica, dal freddo, dalle epidemie. Anche i militari sono impegnati in questa impresa titanica ed anche fra di loro le perdite sono alte. Si assiste ad una vera trasformazione del paesaggio: si spianano colline, si bonificano paludi, si creano specchi d´acqua, si costruiscono canali. Tutto ciò lascia poi spazio agli ornamenti ed agli effetti scenografici: statue, fontane, boschetti, giardini. Versailles è un complesso di giardini a tema, dove si attinge ampiamente alla mitologia greco-romana: basti ricordare il bacino di Apollo e di Nettuno e di altri personaggi mitologici. L´amore per la classicità è una componente fondamentale delle ornamentazioni care al Re Sole, che si compiace di identificarsi nel dio Apollo o nel grande Alessandro: tutto per la sua autocelebrazione. I parchi di Versailles costituiscono una vera cité des eaux, una città delle acque, e proprio all´acqua è legata una delle opere più folli e dispendiose, la macchina idraulica di Marly, luogo vicino a Versailles. Nel campo dell´architettura idraulica a lungo ha fatto scalpore questo impianto colossale dai costi esorbitanti, ma nell´insieme dai risultati modesti. La macchina serve per trasferire acqua dalla Senna ai giardini e ai laghetti di Marly e di Versailles. E´ costituita da 14 ruote enormi, del diametro di 12 metri, messe in moto dalle acque della Senna per fan funzionare 221 pompe, che sollevano l´acqua del fiume, facendole fare un salto di 162 metri. Questo salto avviene gradualmente e l´acqua passa attraverso tubazioni di ghisa. In basso 64 pompe sollevano l´acqua di 48´5 metri e la depositano in un primo serbatoio; da questo l´acqua è sollevata di ulteriori 56´5 metri con altre 79 pompe fino ad un secondo serbatoio; da qui l´acqua fa un ultimo salto di 57 metri con il lavoro di altre 78 pompe. Per far lavorare le pompe azionate dalle ruote collocate nella Senna, le varie parti dell´impianto sono collegate fra loro con un sapiente sistema di aste. Anche se la macchina risale alla fine del ´600, i giochi di aste rispecchiano un vecchio metodo di trasmissione del movimento, che ricorda i meccanismi delle miniere tedesche del secolo precedente, e questo spiega come mai l´enorme congegno sviluppi una potenza relativamente modesta. Neppure il Re Sole, che tanto può, è in grado di anticipare la storia e deve accontentarsi della tecnica del suo tempo, che è ancora legata alle tradizionali ruote azionate o dall´energia muscolare umana o dal vento o dall´acqua. . Eppure già è in fase di progettazione una nuova macchina che rivoluzionerà l´economia europea, la macchina a vapore. Anche la Francia ne è coinvolta: proprio nei primi anni di regno di Luigi XIV, lo scienziato olandese Huygens si rivolge al ministro Colbert per proporre all´Accademia di Francia, grande istituzione scientifica e culturale, di promuovere alcuni esperimenti sull´uso dell´energia del vapore acqueo. La macchina di Marly sarà destinata ad essere smantellata nell´800. Versailles nei secoli successivi La galleria degli specchi è un luogo troppo prestigioso per non godere di grande fama anche oltre l´età del Re Sole. La sala - lunga 72 metri, larga 11 ed alta 13 - con le sue 17 grandi finestre che danno sullo straordinario parco e alle quali corrispondono 17 grandi specchi ha attirato l´attenzione e l´ammirazione di uomini della politica e della diplomazia in cerca di una gloria imperitura - che però alla prova dei fatti imperitura non è -. Nel 1871 si crea una situazione nuova per L´Europa, che vede sorgere una potenza destinata a contare molto nei decenni successivi: la Germania diventa un unico grande impero. Nella formazione del nuovo stato, il ruolo da protagonista spetta alla Prussia che, grazie all´abilità di un uomo politico quale il Bismarck, riesce ad unificare tutti gli stati tedeschi, rimasti divisi per secoli. L´unificazione è il risultato di una serie di guerre: l´ultima è quella franco-prussiana. I prussiani, dopo aver vinto i francesi con un fulmineo conflitto, entrano in Francia. Si fermano a Versailles e proprio nella galleria degli specchi proclamano il loro sovrano, Gugliemo I, imperatore di Germania. E´ un fatto sconcertante: i tedeschi scelgono senza dubbio una sede degna di celebrare la loro gloriosa impresa, ma ostentatamente mostrano la chiara intenzione di ignorare quanto Versailles rappresenti per la nazione francese. Da tale umiliazione fra i due popoli nasce un odio profondo, che contribuisce a scatenare un altro durissimo conflitto, la I guerra mondiale, quella del 1914- 1918. Anche in questa occasione, dopo enormi perdite umane, alla violenza fisica si aggiunge un´altra violenza, questa volta perpetrata dai francesi. Dove i tedeschi, che sono i vinti e non più i vincitori, vengono costretti a firmare una pace, per loro durissima e umiliante? Senza dubbio in quella stessa sala che decenni prima ha assistito al sorgere della grande Germania: la galleria degli specchi di Versailles. Che cosa scaturirà da questa pace? Un altro conflitto, la II guerra mondiale, ancora più orribile e distruttivo. |
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