Il telegrafo ottico per l’esercito napoleonico


Siamo nel Settecento e l’inesauribile capacità degli europei di creare nuove invenzioni tecnologiche entra in una fase straordinaria, che prepara un profondo rivolgimento nella vita quotidiana e nell’economia: la rivoluzione industriale. Sono ormai trascorsi più di 200 anni da quando studiosi ed intellettuali, come per esempio l’inglese Francesco Bacone, hanno messo in luce l’importanza dei progressi in campo tecnologico: ogni macchina di nuova invenzione, ogni strumento utile all’uomo sono conquiste che cambiano la storia più delle grandi idee astratte, delle continue, e a volte sterili, dispute fra filosofi.
Emergono figure di uomini geniali, che non vengono propriamente dall’ambito degli studi teorici, ma da quello delle attività pratiche, cioè dalle cosiddette arti meccaniche: così sono chiamate nel ’700.

Comunicare a distanza
E’ interessante osservare quanto avviene nel campo delle comunicazioni, che fin dall’antichità sono state l’obiettivo principale di chi volesse trasmettere, in tempi rapidi e da distanze notevoli, notizie ed informazioni. E’ una questione che i popoli hanno sempre affrontata, risolvendola in modi più o meno efficaci: basti pensare ai segnali di fumo degli indiani d’America. Inviare segnali è infatti il problema, che nel corso della storia è stato risolto con l’invenzione di telegrafi di vario tipo: i telegrafi, come dice lo stesso termine di origine greca, sono meccanismi che scrivono da lontano.
Coloro che più hanno avvertito l’esigenza di disporre di simili meccanismi sono stati i militari: il telegrafo in un primo tempo è strettamente collegato alle guerre e solo in un secondo tempo diventa strumento di comunicazioni civili.
I primi telegrafi si basano sul principio, piuttosto elementare, di inviare dei segnali prestabiliti, che devono essere captati ed interpretati rapidamente da un destinatario collocato ad una distanza più o meno grande. Sono questi i telegrafi ottici o “a vista”, già in uso presso gli antichi greci e romani e successivamente anche in epoca medioevale; sistemi simili ai segnali di fumo e costituiti, per esempio, da fuochi accesi su colline o torri o altri luoghi elevati: una serie di collinette o di torri, ben visibili e collocate a regolari distanze, costituisce una rete di comunicazione a volte molto vasta.

La Francia rivoluzionaria
La fine del Settecento conosce in Francia una delle versioni più evolute di queste reti di comunicazione: il telegrafo dei fratelli Chappe. Costoro vivono il momento straordinario e drammatico della Rivoluzione Francese, cioè di quella fase in cui la Francia, fra il 1789 ed il 1795, passa attraverso ad una serie di violenti rivolgimenti che la trasformano profondamente nelle sue strutture sociali e politiche. A questa fase ne seguirà un’altra importantissima: l’età di Napoleone.
La famiglia Chappe è numerosa, con ben sette fratelli, di cui famoso è soprattutto il primogenito Claude e che provengono dalla regione occidentale del Maine, da Brûlon-le-Maine. Vivono quando cade la monarchia assoluta di Luigi XVI di Borbone e si formano governi rivoluzionari, che rapidamente si succedono secondo i partiti, che di volta in volta prendono il potere. Prima si affermano i liberali moderati, poi i girondini; in seguito i giacobini fino al ritorno dei liberali moderati. Dal 1792 Francia non è più una monarchia, ma una repubblica.
I fratelli Chappe avvertono l’utilità di un congegno che trasmetta informazioni a distanza e per questo mettono a punto un telegrafo ottico. Sui colli che circondano Brûlon vengono elevate delle stazioni di avvistamento, che altro non sono che torrette dotate di due finestre laterali. Svetta in cima alle torrette un palo sormontato da un insieme di bracci mobili, formato da un’asta orizzontale e da altri due bracci, posti alle estremità della stessa asta orizzontale: tutto è azionato da funi, con la possibilità di creare 169 segni corrispondenti a lettere e cifre. Vengono utilizzati soprattutto i 70 segni più chiari e ben visibili ed è possibile inviare messaggi piuttosto articolati, con informazioni numerose e precise. Rispetto ai fuochi del passato, che avevano limitate capacità di informazione, il progresso è evidente.
Occorre creare una serie di torrette: ognuna è servita da un uomo, che deve operare con due telescopi, posti a due finestre sistemate in modo da vedere le due stazioni più vicine. I messaggi vengono inviati da una prima postazione e sono visti con il telescopio dall’ inserviente della seconda postazione. Questi, servendosi della tastiera contenente i 70 segni, aziona il meccanismo dei braccetti posto sul tetto, invia le informazioni alla torretta successiva e subito con il secondo telescopio controlla se il messaggio sia pervenuto in modo corretto. Si forma così un sistema di trasmissione di dati piuttosto imponente che si rivela efficace.

Al servizio della rivoluzione
I fratelli Chappe sono intenzionati a dare il loro contributo alla nuova Francia che si sta formando: non è più la Francia del cosiddetto Ancien Régime, cioè di un mondo ancora impregnato di tradizioni medioevali, ma è quella rivolta alla modernità. Le innovazioni tecnologiche sono parte fondamentale di questa modernità!
Il momento fortunato per il telegrafo dei Chappe giunge fra il 1793 ed il 1794, in una delle più dure fasi della rivoluzione francese, quella del governo giacobino, in cui domina incontrastato M. Robespierre - l’incorruttibile che non esita a liberarsi dei suoi avversari politici mandandoli alla ghigliottina -. Robespierre è per uno stato rigidamente accentrato, che da Parigi controlli tutto il paese, e con una ferrea disciplina dittatoriale cerca di far uscire la Francia da due gravi pericoli: da una parte dalle rivolte interne - quella dei girondini e quella dei vandeani -, dall‘altra dalla guerra esterna condotta contro i francesi da quasi tutti gli stati europei, come Austria, Prussia, Germania, Olanda, Spagna, Inghilterra ed altri ancora.
In questi frangenti la rivoluzione va incontro a rivolgimenti sempre più profondi, che sconvolgono le stesse organizzazioni scientifiche del passato, come l’Accademia delle Scienze di Parigi e che decretano la morte di studiosi contrari al potere giacobino. Muoiono grandi uomini come il chimico Lavoisier, l’astronomo Bailly, il filosofo Condorcet.
Tuttavia la Francia ha bisogno di studiosi e scienziati, se vuole risolvere i problemi del suo esercito inefficiente e disorganizzato e se vuole servirsi di nuovi apporti della tecnologia. In questa situazione i giacobini sono alla ricerca di un nuovo ministro della guerra, che riorganizzi l’esercito francese. Lo trovano in un matematico e scienziato, Lazare Carnot, che prende in mano una situazione militare disastrosa ed opera con tale competenza da meritarsi alla fine il titolo di “organizzatore della vittoria”. Proprio Carnot si rivolge ai fratelli Chappe per collegare i vari corpi dell’esercito e far pervenire in tempi utili le notizie sugli spostamenti delle truppe.
Nel 1794 è già pronta la linea telegrafica Parigi - Lilla che è in grado di inviare i primi dispacci. Sempre nel 1794 Robespierre muore di ghigliottina, liquidato dagli esponenti del suo stesso partito giacobino.
Partendo da Parigi, le linee telegrafiche si estendono nel paese ed i fratelli Chappe continuano il loro lavoro anche dopo i giacobini, quando s’instaura il Direttorio, un governo più moderato di quello giacobino che dura dal 1795 al 1799.
Dopo il 1799, invece, la scena è dominata dal grande Napoleone, destinato ad una straordinaria carriera: al Direttorio succede il Consolato e Napoleone diventa appunto Console.

Al servizio di Napoleone
Durante il Consolato il telegrafo Chappe si perfeziona al punto di inviare in pochi secondi un messaggio da Lilla a Parigi.
Napoleone, capo indiscusso per la fama conquistata sui campi di battaglia della campagna d’Italia del 1797 e dell’impresa in Egitto del 1798, all’inizio del nuovo secolo, l’Ottocento, passa da una guerra all’altra e da un trionfo all’altro. Vince le più grandi potenze europee - Austria, Prussia, Russia - e mette in seria difficoltà l’Inghilterra, che può ringraziare la sua posizione di isola e la sua grande flotta se non fa la fine degli stati del continente europeo. Nel 1804 termina il Consolato e Napoleone dà un nuovo assetto geo-politico a quasi tutta l’Europa, che risulta profondamente modificata rispetto al passato: è l’Impero napoleonico.
Napoleone è ben consapevole dell’utilità delle comunicazioni in campo militare ed il telegrafo diventa sempre più importante, anche se il metodo Chappe è piuttosto costoso per il personale che opera nelle numerose postazioni. I costi sono giustificati dagli indubbi vantaggi militari.
I meriti del telegrafo ottico emergono durante l’ennesima guerra che l’Austria, rappresentata da Francesco I d’Asburgo, muove alla Francia nel 1809, cercando di approfittare di un calo della popolarità di Napoleone. L’esercito austriaco, comandato dall’arciduca Carlo Ludovico, invade il 9 aprile il regno di Baviera, che fa parte della Confederazione del Reno, formazione politica voluta dallo stesso Napoleone. Il re Massimiliano I di Baviera è costretto a fuggire, ma grazie al telegrafo Chappe Napoleone è subito informato dei fatti e, come è sempre avvenuto, con incredibile rapidità organizza la sua Grande Armata - così si chiama l‘esercito napoleonico -. Il 13 aprile Napoleone lascia Parigi per raggiungere l’area, in cui si trova l’esercito nemico, che è vinto nei primi scontri. Il 12 maggio i francesi sono già a Vienna, la capitale austriaca. La guerra continua con momenti difficili per Napoleone, che il 22 maggio deve affrontare le truppe riorganizzate e numerose di Carlo Ludovico ad Essling, vicino al Danubio in piena, che mette a rischio le forze francesi. Lo scontro alimenta inaspettate speranze negli austriaci, che però non riescono a sferrare il colpo definitivo contro Napoleone. Solo un mese e mezzo dopo, il 6 luglio, a Wagram, nelle vicinanze di Vienna, si combatte la battaglia risolutiva con il trionfo dei francesi. Così si conclude una delle tante guerre che la Grande Armata ha affrontato contro le numerose coalizioni antinapoleoniche che si formano nel primo decennio del XIX secolo.
Se inoltre consideriamo che la guerra del 1809 è durata circa tre mesi, vediamo che le perdite complessive - di oltre 120.000 uomini - sono molto alte: come sempre è accaduto nel periodo napoleonico, la guerra ha richiesto un grande tributo di sangue rispetto alle precedenti guerre settecentesche. Napoleone è erede della riorganizzazione militare del già noto ministro Carnot: colui che ha introdotto la leva obbligatoria e quindi anche gli eserciti di massa, dove tutti i cittadini devono contribuire alla difesa della patria e possono perdere la vita. Inoltre Carnot ha tolto all’aristocrazia il monopolio dei vertici dell’esercito: nella Francia rivoluzionaria tutti i soldati possono aspirare ai più alti gradi militari, perché fanno carriera non in base alla famiglia d’origine, ma grazie al merito ed alle capacità. Senza Carnot Napoleone, proveniente dalle file della piccola nobiltà e non dai casati dell’alta nobiltà, non sarebbe mai diventato il generale della Grande Armata.

Successivamente
Tuttavia le conseguenze del conflitto conclusosi a Wagram sono anche di altro tipo: riguardano lo sviluppo delle comunicazioni telegrafiche. Infatti il re di Baviera che l’11 aprile deve fuggire dalla capitale del suo regno, Monaco, nel giro di circa 15 giorni è già in grado di ritornarvi grazie all’esercito di Napoleone e… all’invenzione dei fratelli Chappe. E’ in particolare il ministro dell’interno bavarese, conte di Montgelas, chi intuisce i punti di forza di Napoleone e propone al re di incaricare l’Università di Monaco di promuovere ricerche e progetti sulla telegrafia. Proposta che non cadrà nel vuoto, ma che troverà nel professore Sömmering l’ideatore di un nuovo mezzo di comunicazione: il telegrafo galvanico.


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