Medio Evo: il Domesday Book
Che cos’è il Domesday Book? E’ un registro del catasto: un documento sui beni terrieri dell’Inghilterra, ricco di informazioni sociali, economiche, storiche, che risale al Medio Evo ed in particolare al regno dei Normanni. Compilato nel 1086, per ordine dell’allora sovrano Guglielmo il Conquistatore, è il risultato di un minuzioso censimento dei terreni e delle ricchezze del paese, che da Guglielmo è stato definito la “Descrizione di Tutta l’Inghilterra”. Dai sudditi, invece, è stato chiamato proprio Domesday Book, perché collegato all’inquietante termine Day of Doom, che indica il giorno del giudizio universale, cioè del giudizio finale. Il Domesday Book è quindi “il libro del giorno del giudizio“. Questa espressione ben esprime la preoccupazione e le ansie suscitate negli inglesi dalla compilazione del catasto: infatti la minuta e particolareggiata descrizione del paese è servita per l’imposizione delle tasse e degli obblighi militari richiesti dal re ai suoi sudditi.
L’Inghilterra e la Normandia Nel Medio Evo l’Inghilterra - la parte sud-orientale della Gran Bretagna - è per popolazione, lingua ed organizzazione politica molto diversa dai paesi confinanti, meno ricchi e ancora selvaggi: questi sono a nord la Scozia, ad ovest il Galles e, se ci spostiamo nell‘isola vicina, sempre ad ovest l‘Irlanda . Tale differenza si capisce se ricordiamo che l’Inghilterra nell’età antica, quando Roma dominava nel Mediterraneo ed in parte dell‘Europa, è stata una colonia dell’Impero Romano, la Britannia. E’ perciò entrata nell’orbita della grande civiltà latina, mentre le altre aree - Galles, Scozia, Irlanda - sono rimaste lontane dai contatti con una cultura più avanzata e quindi più arretrate. Nel Medio Evo in Inghilterra si forma una monarchia ben organizzata, che tiene unita una popolazione eterogenea, dove si sono mescolati con gli antichi celti romanizzati popoli conquistatori di origine germanica, come gli angli ed i sassoni; in seguito si sono aggiunti anche i cosiddetti uomini del nord, ossia i normanni: sia i normanni provenienti dalle loro sedi d’origine, che sono Danimarca, Norvegia e Svezia, sia altri normanni sempre originari della Scandinavia, ma ormai stanziatisi sulla costa settentrionale francese. La monarchia inglese, che si forma nella seconda metà dell’XI secolo, è retta da una dinastia proveniente proprio dalla Normandia, regione della Francia del nord. E’ la dinastia del duca Guglielmo il Conquistatore, che prima di diventare il Conquistatore è noto come il Bastardo: questo ci chiarisce bene la sua posizione un po’ irregolare all’interno della sua famiglia. E’ infatti il figlio illegittimo del duca Roberto di Normandia e di Arlette, figlia di un conciatore di pelli. Tuttavia, come a volte capita agli illegittimi, Guglielmo riesce ad ereditare il ducato e lo sa guidare con buone capacità militari e politiche. Come duca Guglielmo fa parte della aristocrazia medioevale, cioè di quel gruppo privilegiato di uomini d‘arme e signori di terre - che sono proprio i ducati, le marche, le contee -, dipendenti da una autorità suprema, che può essere rappresentata da un re o da un imperatore. In particolare Guglielmo è uno degli aristocratici che devono rendere omaggio al re di Francia, che prima è Enrico I e poi Filippo I - entrambi della dinastia dei Capetingi -. Ad un certo punto della sua vita, Guglielmo s’interessa dell’Inghilterra, approfittando della morte del re inglese Edoardo il Confessore e della situazione confusa ed incerta sorta a proposito del successore di quest‘ultimo. Per più o meno stretti legami con Edoardo il Confessore e per precedenti accordi, rivendicano il trono inglese sia il conte Aroldo, che per il suo prestigio viene proclamato re d’Inghilterra dalla assemblea dei nobili anglosassoni, sia lo stesso Guglielmo di Normandia. La battaglia di Hastings Queste premesse sono la causa di una celebre battaglia del 1066: la battaglia di Hastings, in cui le truppe del sassone Aroldo devono affrontare l’esercito del normanno Guglielmo, che parte dalla Francia, attraversa la Manica e sbarca in Inghilterra per ottenerne il regno. Fra questi due grandi esponenti della nobiltà medioevale, Aroldo e Guglielmo, vince quest’ultimo che diventa re d’Inghilterra. Succede così che Guglielmo raggiunge un notevole potere politico: le sue terre si estendono al di qua e al di là della Manica, nel nord della Francia e nel ricco sud-est della Gran Bretagna. Capacità organizzative dei normanni Diventato re d’Inghilterra, come ha già fatto in Normandia Guglielmo ben presto mostra il suo grande spirito organizzativo, il suo desiderio di avere documenti in ordine, con dati diligentemente registrati. Getta così le basi di un regno saldamente unito, controllato dalla sua superiore autorità di re, che s’impone sul potere forte dei nobili medioevali. Il Domesday Book si inserisce perfettamente in questa politica, perché Guglielmo vuole conoscere con precisione quali siano le risorse dell’Inghilterra ed in base a queste stabilire quante tasse si possano riscuotere e quante forze militari si possano mantenere. Terre ed eserciti La relazione fra le terre e gli eserciti è infatti un carattere fondamentale del mondo medioevale. Fa parte di quel sistema feudale, basato su terre, che nel corso dei secoli prendono il nome di feudi e che sono appunto le marche, i ducati , le contee. I feudi sono il risultato di una società guerriera, che spesso è impegnata in campagne militari, alle quali seguono l’occupazione e la distribuzione di territori conquistati. Si devono anche assicurare metodi di protezione e difesa dei territori stessi, che vengono assegnati a guerrieri capaci di opporsi a eventuali nuovi invasori. Nel Medio Evo la terra costituisce così la base materiale con cui mantenere ed equipaggiare i militari, che sono i cavalieri, poiché il punto di forza degli eserciti non è costituito dai fanti, che combattono a piedi come nelle antiche legioni romane, ma da chi lotta a cavallo. Ogni capo militare diventa un proprietario terriero, che provvede a se stesso e ai suoi cavalieri: si forma così l’aristocrazia feudale, che ai vertici presenta i capi militari di maggior prestigio ed alla base i cavalieri minori, in posizione di dipendenza da quelli superiori. Alla sommità di tutta la gerarchia nobiliare si trova il re, che è colui che dopo ogni vittoria ha dispensato le terre ai suoi cavalieri. Nel 1086 il re Guglielmo il Conquistatore, che dopo la vittoria sul sassone Aroldo ha distribuito le terre conquistate ai suoi cavalieri normanni o che ha confermato le terre ai nobili anglosassoni sottomessi, inizia un grande censimento dell’Inghilterra. L’Inghilterra, in base alla precedente organizzazione politica, è divisa in tante circoscrizioni, dette contee, e in ogni contea vengono inviati quattro commissari regi incaricati del censimento: i commissari convocano i nobili, i parroci e tutti quanti possano dare informazioni su proprietà e ricchezze del territorio. In questo modo il re può conoscere bene il suo regno e di conseguenza può esercitare un effettivo potere, controllando attentamente i suoi nobili cavalieri, che con le terre ricevute e con la capacità di arruolare truppe potrebbero facilmente sfuggire all’autorità regia e godere di una buona autonomia. Le informazioni raccolte sono contenute in una sorta di archivio, costituito da rotoli di pergamena successivamente riuniti in due volumi custoditi nel tesoro del re. Questo archivio è il Domesday Book. Una ricca fonte di notizie Al di là delle sue intenzioni, Guglielmo ha lasciato una documentazione straordinaria per gli storici del Medio Evo, che dal suo catasto sono riusciti ad ottenere una ricchezza di dati, utilissima per la conoscenza del passato. Nel catasto sono descritte le proprietà terriere con tale precisione da rendere il Domesday Book, dati i tempi, un capolavoro di amministrazione statale. Questo è frutto del metodo razionale con cui i commissari regi hanno condotto le inchieste, richiedendo: il nome dei proprietari terrieri presenti sia sotto Edoardo il Confessore sia sotto i normanni, il numero dei contadini - servi, schiavi, liberi -, il numero dei buoi che trainano gli aratri, il numero dei cavalli e delle greggi, il numero dei mulini e dei vivai di pesci, la tipologia delle terre - arate, tenute a pascolo, lasciate a foresta -. Inoltre sono registrate anche le stime produttive risalenti al 1066 e quelle previste per il 1086: è evidente l’esigenza di fissare, nel modo più chiaro possibile, le rendite delle proprietà. Anche le terre della Chiesa sono minuziosamente censite, perché il re ha voluto essere a conoscenza delle ricchezze non solo dei suoi nobili, ma anche dei suoi arcivescovi ed abati, le più alte autorità ecclesiastiche. Dai dati emergono utili indicazioni demografiche, che già preannunciano il futuro dell’Inghilterra. Le aree più ricche e popolate risultano quelle orientali, - cioè attorno a Londra, che è destinata a diventare la capitale di una grande potenza -; mentre sono molto meno popolate le contee che confinano con il Galles e la Scozia. Nel complesso la popolazione del XI secolo ammonta a circa un milione e mezzo di abitanti. Guglielmo, dopo la conquista dell’Inghilterra, vuole conoscere il valore effettivo delle terre del suo nuovo regno, per stabilire nel modo più oggettivo le forze militari che può richiedere. Il lavoro d’indagine, così minuzioso, svolto dai suoi emissari non ha solo un carattere fiscale, non serve solo per le tasse, ma è anche uno strumento di potere, con cui Guglielmo è in grado di non lasciare troppa libertà d’azione all’aristocrazia a lui sottoposta. Un re dal potere forte Ricordiamo un’altra iniziativa volta a rafforzare il dominio normanno in Inghilterra. Il primo giorno d’agosto, sempre del 1086, Guglielmo convoca i più importanti esponenti del paese a Salisbury Plain, dove riunisce i nobili normanni, i nobili anglosassoni, le massime autorità ecclesiastiche: tutti coloro che contano. Perché li ha riuniti? Per un collettivo giuramento di fedeltà: ognuno s’impegna ad essere sempre fedele al suo re. Guglielmo conosce bene i limiti del sistema feudale e già ha visto come il feudalesimo proprio nella Francia, in cui nei secoli VIII e IX si sono consolidati i legami feudali, abbia con gli anni vanificato il potere del re - o dell’imperatore, dal momento che nel IX secolo Carlo Magno non è stato solo re, ma ha fondato anche un grande impero - a favore di quello dell’aristocrazia. L’aristocrazia feudale è, come abbiamo già visto, una scala gerarchica dove sotto i cosiddetti vassalli maggiori, che sono i grandi nobili direttamente legati al re, vi è una schiera di vassalli minori, cioè di nobili minori dipendenti da quelli maggiori. Ogni piccolo nobile deve fedeltà ed obbedienza al suo diretto superiore e non alla autorità più elevata della gerarchia, che è il re. Questo nella Francia fra il IX ed il X secolo ha causato il decadimento del potere centrale e il trionfo di quello locale dei vari nobili; conseguentemente Guglielmo sa bene che deve esigere da tutti i suoi sudditi - grandi o piccoli nobili, laici o ecclesiastici - la massima obbedienza, se vuole mantenere il suo regno forte ed indiviso. Con molta probabilità, per la saldezza del regno è stato forse più utile il registro del catasto che il grande giuramento, sacro e solenne. Tuttavia Guglielmo è ricorso a tutti e due i modi per garantire il suo potere ed ha contribuito così a trasferire dalla Francia all’ Inghilterra un certo sistema feudale, correggendo opportunamente il feudalesimo francese con quelle forme di organizzazione e di controllo, inesistenti in Francia ed anche nelle altre parti del continente europeo, in cui il feudalesimo era diffuso. Guglielmo, come molti suoi successori, si è trovato quindi in una posizione di forza: in qualità di duca di Normandia è stato un vassallo, dipendente dal re di Francia - a quell’epoca piuttosto debole rispetto ai nobili -, in qualità di re d’Inghilterra si è trovato a capo di uno dei regni meglio organizzati del Medio Evo. |
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