Alessandro Farnese e la flottiglia per lo sbarco in Inghilterra

immagine

Glorie e umiliazioni di un generale.

Oltre al disegno su esposto, Otto Vaenius - pittore fiammingo noto per opere di tema storico, mitologico e simbolico - ci ha lasciato un bel quadro su Alessandro Farnese, che viene ritratto nella carica di governatore dei Paesi Bassi. Il Farnese, che per titolo ereditario era duca di Parma, è uno di quegli italiani più famosi all’estero che in Italia. E’ stato un grande uomo d’arme legato alla storia belga. Gli storici lo definiscono il creatore del Belgio moderno, che grazie a lui si staccò dalla vicina Olanda, sebbene in precedenza Belgio ed Olanda fossero uniti in quella regione chiamata le Fiandre o i Paesi Bassi. Alla base della separazione fra Belgio ed Olanda vi fu una durissima lotta religiosa fra cattolici e protestanti, all’interno della quale s’inserì la guerra di liberazione dalla Spagna, che allora dominava sui Paesi Bassi. Per le buone capacità militari e politiche del duca di Parma il Belgio rimase cattolico e legato alla Spagna. Solo l’Olanda, dopo una guerra trascinatasi per 80 anni, ottenne l’indipendenza dalla Spagna e formò uno stato autonomo, caratterizzato dal protestantesimo calvinista.
Il disegno qui riprodotto è un’allegoria, cioè una rappresentazione carica di simboli che descrivono la figura storica di Alessandro Farnese. Dall’armatura si comprende che Alessandro è un comandante militare, che tiene con una mano una spada e con l’altra uno scudo. Il grande condottiero, che operò nell’epoca delle armi da sparo e si distinse per le sue avanzate conoscenze d’ingegneria militare, qui è presentato secondo i canoni dell’iconografia del tempo che proponevano armi ispirate alla antica mitologia classica. Osserviamo lo scudo con un orribile volto di donna che altro non è che il volto di Medusa: personaggio mitologico con la capigliatura fatta di serpenti e con lo sguardo capace di trasformare in pietra chiunque lo incrociasse. E’ questo un chiaro riferimento all’egida: lo scudo della dea Minerva. Al centro del suo scudo la dea collocò la testa di Medusa, dopo che questa fu decapitata dall’eroe greco Perseo. Nel Cinquecento, ed anche nel Seicento, sovrani e principi possedevano splendide armature, che in genere commissionavano a grandi artisti o artigiani: fra queste non poteva mancare lo scudo con il volto di Medusa posto al centro.
Da altri particolari comprendiamo anche che il Farnese è un generale vittorioso. Ai suoi piedi giace un corpo esanime: questo è simbolo di vittoria e allude, presumibilmente, alla conquista della città di Anversa avvenuta nel 1585. Questa fu l’ultima straordinaria impresa che il duca di Parma riuscì a portare a termine, prima che il re spagnolo Filippo II gli ordinasse l’invasione, clamorosamente fallita, dell’Inghilterra e facesse ricadere in gran parte su di lui la responsabilità dell’insuccesso.
Alessandro Farnese ad Anversa raggiunse il culmine del suo prestigio: già nel 1579 con l’Unione di Arras si era conquistato la fedeltà dei paesi fiamminghi più orientali; poi era passato alla riconquista di grandi città, come Gand e Bruxelles, fino al porto di Anversa. Godette quindi dei favori di Filippo II, che lo ricompensò ampliando il ducato di Parma con l’annessione definitiva della città di Piacenza. Gli conferì anche l’ambita onorificenza dell’Ordine del Toson d’Oro, prestigioso titolo istituito nel secolo precedente sempre in terra fiamminga e derivato dal mito classico degli argonauti. Questi erano eroi greci impegnati nella ricerca di un magico vello d’oro: la pelle non tosata di un ariete sacro a Giove, da cui derivò il termine tosone.
Ma sappiamo bene come sono instabili gli umori di un re!
Alessandro ne conobbe la generosità, ma anche la diffidenza e l’ingratitudine.
Poco dopo il 1585 Filippo II, trascurando volutamente i consigli del suo migliore generale che voleva terminare la conquista di tutti i Paesi Bassi, lo costrinse a preparare l’invasione dell’Inghilterra, altra grande nemica della Spagna. Il duca di Parma non condivise mai il progetto del sovrano, ma obbedì ugualmente e dovette allestire una flottiglia di chiatte per trasferire l’esercito delle Fiandre sulla costa inglese. Nell’attraversare il Canale della Manica, queste barche si sarebbero dovute affiancare ai grandi bastimenti della Invencible Armada, salpati dal Portogallo.
L’impresa non riuscì, anzi l’Armada andò incontro ad uno dei più incredibili disastri navali. Secondo la tradizione il re di Spagna accettò quasi con freddezza la sconfitta, ma da buon re non volle certo riconoscere i propri errori e preferì far ricadere sui subalterni le responsabilità più gravi.

(Allegoria di Alessandro Farnese, chiaroscuro a olio, cm 25 × 17,6 , del pittore Otto van Vaenius (Leida 1556 – Bruxelles 1629); disegno conservato alla Biblioteca Reale di Torino)


Torna alla pagina precedente