OLANDA: il fluyt
![]() Diderot e d’Alembert. L’Encyclopédie, Parigi, 1751-1772 Che cos’è il fluyt? Il fluyt - detto flûte in francese e tedesco, flyboat in inglese, flauto in italiano – è un’antica nave mercantile olandese. Nome: l’inglese flyboat traduce l’olandese “Vlieboot” in cui si ravvisa, oltre al termine boot (barca), le parole Vlie, nome di un canale, e Vlieland, nome di un’isola dello Zuiderzee. Vlie e Vleiland fanno venire in mente un certo “lago Flevo”, che esisteva ai tempi di Roma antica al posto dello Zuiderzee. Data e luogo di nascita. Nasce alla fine del Cinquecento in Olanda ed è il simbolo delle grandi capacità marinare e commerciali degli olandesi, che nel ‘600 sono i mercanti per eccellenza. Questi trasportatori del mare, fra Seicento e Settecento, dominano mari grandi e piccoli: da quelli vicini all’Olanda, come il Mare del Nord e il Mar Baltico, al Mediterraneo e soprattutto agli oceani Atlantico e Pacifico. Caratteristiche. E’ una nave mercantile a vela, a tre alberi, con la prua tozza e la poppa arrotondata; possiede un fondo piatto ed è dotata di un’ampia stiva ideale per i grandi carichi: è quasi un magazzino galleggiante. Non per nulla in inglese il fluyt è detto anche “store ship”. E’ manovriera e adatta ad affrontare il mare aperto; ha un equipaggio ridotto e, essendo utilizzata esclusivamente per il trasporto di merci, è poco o per nulla armata: solo pochi cannoni sono previsti per le rotte pericolose. Qual è il suo più grande merito? E’ molto competitiva, capace di offrire buoni servizi a costi contenuti: in questo supera le navi da trasporto degli altri paesi marinari. Con il fluyt gli olandesi abbassano drasticamente i costi dei noli: perché? Sfruttano razionalmente lo spazio stivando grandi quantità di merci. Per il funzionamento della nave limitano l’equipaggio al numero essenziale di uomini. Per la costruzione della nave usano una tecnica progredita e soprattutto economica, che riduce notevolmente i costi di produzione. L’Olanda, piccolo paese che non ha mai avuto in eccesso braccia da lavoro, fin dal Medio Evo ha sempre fatto ricorso ad accorgimenti tecnici per unire economia ed efficienza. Nei cantieri navali si producono imbarcazioni in modo più semplice e rapido che altrove: la manodopera è sostituita dal maggior rendimento di macchine, come argani o paranchi o seghe azionate da mulini a vento. Poco numerosi sono i comuni uomini di fatica, consistente è invece il gruppo ristretto degli operai qualificati, come i famosi maestri d’ascia. Nasce la marina mercantile. Tale sistema produttivo porta una specializzazione dell’industria cantieristica e alla nascita di nuovi modelli, come il fluyt: è ormai chiara la distinzione fra nave da guerra e nave mercantile. Termina il dominio dei mercantili armati, come i grandi galeoni della Spagna che fra il ‘500 e il ‘600 percorrono l’Atlantico e il Pacifico: chiara manifestazione della potenza del loro paese. Ma le navi spagnole adibite al ricco commercio con le colonie, che la corona spagnola ha conquistate in America e non solo in America, non sono molto economiche per il trasporto di merci; sono vantaggiose solo perché fra le merci vi sono l’oro e l’argento americani. Inevitabilmente la Spagna deve affrontare alti costi per produrre imbarcazioni molto grandi e appesantite dai numerosi cannoni con cui proteggere i preziosi carichi. Al contrario il fluyt olandese è una barca non molto grande, dalle 200 alle 500 tonnellate, non gravata da un equipaggio numeroso, né da troppi armamenti, quindi è più economica e più adatta al commercio. Per esempio è migliore delle grosse caracche usate fin dalla fine del Medio Evo dalle ricche città marinare italiane, come Venezia e Genova. Non per niente il fluyt nel ‘600 compare anche nel Mediterraneo. Diventare ricchi. La marina mercantile olandese si afferma in tutto il mondo e diviene così una fonte di ricchezza per un paese che, anche se piccolissimo, è presente in tutti i mari, in particolare nell’Atlantico, dove certe rotte relativamente meno pericolose si adattano ai mercantili poco armati. Lo stesso modello del fuyt ha un tale successo presso i paesi stranieri che questi ultimi preferiscono acquistarlo direttamente dall’Olanda, anziché produrlo in proprio. Nel ‘600 la nave mercantile piccola ed economica non sempre è utilizzabile, perché quasi disarmata. Generalmente sono necessarie massicce navi da guerra che ospitano cannoni sempre più numerosi: i mari sono troppo pericolosi e per guerre continue e per spietati atti di pirateria. Uno dei mari più difficili è il Mediterraneo diviso fra europei cristiani e turchi islamici: tutti popoli pronti ad annientarsi in nome di religioni e civiltà diverse. Anche l’Oceano Indiano, dove ci si imbatte nelle flotte ostili dei popoli locali, non sempre è sicuro. Se poi pensiamo alle lotte fra le potenze marinare che fra Seicento e Settecento devono difendere le loro colonie extraeuropee – vedi in un primo tempo Spagna e Portogallo, poi Inghilterra, Francia e la stessa Olanda- comprendiamo quanto una nave poco armata rappresenti un’eccezione. Per questo gli olandesi non producono solo mercantili, ma dispongono anche di buone navi da guerra e sulle rotte pericolose viaggiano in convogli armati a protezione dei loro commerci. Inoltre ampliano sempre più i loro mercati e; dopo il primo decennio del ‘600, entrano in azione nei grandi oceani dell’Atlantico e del Pacifico. Creano un ricco impero coloniale e, dalla loro piccola Olanda, per circa due secoli sanno tenere testa alle potenze marinare rivali. |
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