Francia del Settecento, Réaumur e la chioccia artificiale

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Questa tavola, tratta dall’Enciclopedia Francese, presenta un’operazione fondamentale della pollicoltura: la cova artificiale di uova di gallina per far nascere i pulcini.
Fig 10: un termometro che segna la temperatura ottimale per covare le uova – i 32° Réaumur segnano il Chaleur de la Poule, ossia il calore della gallina che cova le uova -.
Fig 14: un paniere di vimini in cui sistemare le uova da porre nel forno adatto alla cova.
Fig 15: un uovo con la data della sua collocazione nel forno.
Fig 16: lo spaccato di un’incubatrice o chioccia artificiale; è un forno contenete 2 panieri pieni di uova, ha la forma di un barile – potrebbe anche essere di altre forme–.

Largo è il consumo di pollame nella Francia settecentesca: polli, galline, galli e capponi sono una buona fonte di reddito e nella pollicoltura si specializzano certe regioni, come a Nord la Normandia e ad Est la Bresse: noti sono i capponi di Bresse e di Mans.
La pollicoltura ha lontanissime origini che risalgono già all’antico Egitto – circa 2500 anni prima di Cristo-, paese dove oltre ai prodotti dei fertili campi del Nilo era disponibile buona carne di pollo. Per questo gli egizi hanno studiato e sono intervenuti nel processo della cova, con cui le galline dall’uovo fan nascere il pulcino, cioè il futuro pollo. Per aumentare la resa della cova naturale di una gallina che può far nascere circa una decina di pulcini, gli egizi usavano particolari forni, vere e proprie incubatrici, per far schiudere non solo decine, ma centinaia o migliaia di uova. Testimonianze di questa tecnica sono numerose: dal filosofo Aristotele allo storico Diodoro Siculo, dal naturalista Plinio il Vecchio all’imperatore romano Adriano.
Nel Settecento i forni degli egizi diventano oggetto di studio da parte dello scienziato Réaumur, come si vede nella tavola su riportata che mostra un termometro Réaumur.

Chi è Réaumur?
René-Antoine Ferchault de Réaumur – 1683-1757 – grande matematico, fisico, naturalista francese è accostato al naturalista latino più famoso - Plinio il Vecchio morto durante l’eruzione del Vesuvio nel 79-, per questo è detto il “Pline du XVIII° siècle”.
Réaumur proviene da una benestante famiglia di magistrati, riceve una approfondita educazione e già in giovane età è ammesso all’Accademia delle Scienze, prestigioso istituto che ha avuto grande impulso sotto il Colbert, ministro di Luigi XIV e promotore dell’industria e dell’economia francese.
Réaumur è un esempio della cultura settecentesca dell’Illuminismo, che con “i lumi della ragione”, l’osservazione e la sperimentazione va oltre il vecchio sapere, ormai superato, più attento alla lettura di opere antiche che all’esperienza dei fatti concreti. Da studioso illuminista si distingue, oltre che per la ricerca teorica, anche per la sua instancabile attività d’inventore nelle più disparate produzioni, dalla metallurgia alle porcellane, e all’Accademia delle Scienze per quasi mezzo secolo è al centro di una serie di scambi di nuove conoscenze e di invenzioni, che coinvolgono non solo i francesi ma anche i ricercatori di altri paesi.

La scala termometrica di Réaumur .
Già un secolo prima scienziati come Galileo e Torricelli s’interessano ad uno strumento in grado di misurare i livelli del “caldo” e del “freddo”, cioè pensano al termometro; nel ‘700 numerosi scienziati s’impegnano a migliorare il termometro ed escogitano varie scale per misurare la temperatura. Seguono questo metodo: fissano un punto riferito ad un fenomeno ben osservabile e connesso al “freddo” – l’acqua che solidifica in ghiaccio – e lo indicano convenzionalmente con 0; trovano poi un altro punto fisso in un fenomeno connesso al “caldo” - l’acqua che bolle -. Da qui stabiliscono scale numeriche per misurare la distanza fra il punto dell’acqua che gela e quello dell’acqua che bolle. Réaumur elabora la sua scala termometrica che va dal grado O al grado 80. Un altro studioso, lo svedese Andres Celsius, propone la scala centigrada, che va dal grado 0 al grado 100 e che è attualmente molto usata.
Il termometro della tavola su esaminata indica il “Chaleur de la Poule” a 32°R, cioè 32 gradi Réaumur, e segna come debole il calore di 28° e 30°Réaumur, come eccessivo il calore di 34°e 36° Réaumur . Il termometro a sinistra dà precise indicazioni numeriche corrispondenti ai gradi di temperatura, invece a destra dà indicazioni con termini come calore debole o calore forte, utili nella pratica ma meno scientifici. Raggiugere e controllare una precisa temperatura è fondamentale per l’uso di uno strumento, quale un’incubatrice, di cui si sente la necessità.
La chioccia artificiale
Per ottenere un gran numero di polli, di cui fare commercio, non basta la cova naturale, ma occorre quella artificiale. Qui interviene la mente acuta e priva di pregiudizi di Réaumur, che, anche se scienziato, non esita a studiare il funzionamento di incubatrici, come quelle dell’Egitto. Da accorto sperimentatore procede per tentativi come covare le uova nel letame che produce calore, porre le uova in botti circondate dal letame, collocare le uova in ambienti riscaldati da una stufa. Alla fine dalle uova, contenute in un armadio posto in una stanza adeguatamente riscaldata, nascono dopo 20 giorni dei pulcini. E’ pronta la chioccia artificiale che deve mantenere una temperatura costante di 32°Réaumur per il tempo di sviluppo del pulcino, 21 o 22 giorni; essere ben areata per non soffocare l’uovo e il suo contenuto; disporre del grado di umidità corrispondente a quella che la chioccia emette con la traspirazione.
Anche se fondamentale resta sempre la cura dell’allevatore, la chioccia artificiale è una grande invenzione, che Réaumur presenta nel saggio Arte di Far Schiudere e di Allevare i Pulcini e che andrà incontro a molti perfezionamenti.
Qui è bene sottolineare come uno strumento utile in un’attività manuale venga escogitato
da un naturalista, che mette a disposizione della tecnica le sue conoscenze nella fisica e nella biologia. Questo spiega anche la pubblicazione delle numerose enciclopedie del Settecento.

Successo delle Enciclopedie
Nel clima dell’Illuminismo è sempre più sentita la necessità di produrre uno strumento facile da consultare, che comunichi a più persone, non solo agli addetti ai lavori, conoscenze e teoriche e pratiche. Vengono presentati in ordine alfabetico i risultati ottenuti nei diversi campi del sapere: da qui il grande successo della Enciclopedia Francese, che porta il titolo di Dizionario Ragionato delle Scienze, delle Arti e dei Mestieri, dove per arti s’intendono le professioni dell’artigianato.
Anche Réaumur è un buon divulgatore e scrive una Histoire des Arts, dove raccoglie e mette in ordine le conoscenze dell’industria e dell’artigianato. Per questo fa incidere più di 150 tavole che illustrano macchine e i loro funzionamenti, ma qui s’insinua un risvolto che si tinge di giallo. Sembra che le tavole di Réaumur siano state trafugate al legittimo proprietario e poi introdotte nella Enciclopedia Francese diretta da studiosi – illustri, ma forse un po’ disinvolti -, quali D’Alambert e Diderot. Anche se il fatto non è stato ben chiarito, sono illuminanti certe parole tratte da una lettera dello stesso Réaumur: “Ho preferito fingere di ignorarlo, piuttosto che turbare la mia quiete rivendicando la mia proprietà”. Del resto il nostro uomo non ha motivo di lamentarsi: grazie ad una ricca pensione reale vive tranquillamente la sua vita, dedicandosi serenamente ai suoi amati studi.
[Notizie tratte da LeTappe della Biologia del prof. Maurice Caullery]

Un pulcino rannicchiato

Dall’uovo al pulcino
Fig 4 e 5: dentro l’uovo il pulcino è rannicchiato con testa sotto l’ala destra; deve rompere il guscio con il becco, che si trova all’altezza del polo più rigonfio dell’uovo.
Fig 6: il pulcino rompe il guscio dando beccate sempre nello stesso punto; forma così tante incrinature nel guscio calcareo; in seguito rompe anche la cuticola che è la membrana elastica, posta internamente; in genere il pulcino esce dall’uovo in1 ora, ma in certi casi può uscire dopo più ore, da 2 a12.
Fig 7: caso pericoloso: purtroppo beccate un po’ energiche hanno rotto insieme sia il guscio calcareo sia la cuticola elastica; entra aria dentro l’uovo e l’albume interno si rapprende, diventa colloso; le penne de pulcino si incollano alla cuticola; il pulcino muovendosi si lacera con dolore le penne e anche la pelle – in questo caso deve intervenire il contadino per non perdere il pulcino -.
Fig 8: guscio e cuticola sono lacerate correttamente.
Fig 9: togliendosi come un cappello la porzione circolare del guscio, vien fuori il pulcino.
Fig 10 e 11: gusci aperti e vuoti.


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